venerdì 2 novembre 2012

(Da Medscape Medical News > Psychiatry ) 

Megan Brooks, Scrittrice freelance per Medscape, traduzione italiana Dr.ssa Valentina Parma 

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 Quando i farmaci non riescono a controllare il disturbo da disattenzione e iperattività (attention-deficit/hyperactivity disorder, ADHD) o quando non è opportuno somministrarli, le ultime ricerche suggeriscono di adottare una dieta “sana”, eliminando gli alimenti che possono predisporre all’ADHD e incrementando il consumo di acidi grassi omega 3 per mezzo di integratori. “Molti genitori, in particolare quelli che vogliono trovare un’alternativa ai farmaci stimolanti o una terapia complementare, e medici continuano ad essere interessati a come la dieta e le modificazioni della dieta possono influire sull’ADHD. Tuttavia, questo rimane un tema controverso”, fanno notare gli autori.
Per il loro studio, il medico J. Gordon Millichap e l’infermiera pediatrica Michelle M. Yee del Children’s Memorial Hospital di Chicago, Illinois, hanno cercato nel database PubMed gli studi rilevanti sul ruolo della dieta e degli integratori alimentari per il trattamento dei bambini con ADHD (vedi... lo studio è stato pubblicato il 9 Gennaio 2012 sulla rivista Pediatrics).

Forse, il trattamento alternativo o complementare “più promettente e realizzabile”, scrivono il dottor Millichap e la signora Yee, è adottare un modello di dieta sana, eliminando gli alimenti che - è stato dimostrato - predispongono all’ADHD o ne peggiorano la condizione. Questi alimenti includono i cibi da fast food, la carne rossa, la carne conservata, le patatine in sacchetto, i prodotti caseari ad alto contenuto di grasso e le bevande gasate. Adottare un modello di dieta sano “può offrire un metodo alternativo al trattamento dell’ADHD e un minore utilizzo di farmaci” scrivono gli autori del presente studio.

Il dottor Millichap e la signora Yee riportano che nel plasma e nei globuli rossi dei bambini con ADHD sono stati riscontrati bassi livelli di acidi grassi poli-insaturi a catena lunga rispetto ai bambini sani di pari età. Alcuni studi hanno dimostrato una riduzione dei sintomi dell’ ADHD dopo l’assunzione di integratori di acidi grassi poli-insaturi a catena lunga. Non possono, però, essere tratte conclusioni definitive al riguardo.

Tuttavia, gli autori ritengono che “sulla base dei resoconti relativi all’efficacia e alla sicurezza, si possano utilizzare dosi da 300-600 mg/giorno di omega 3 e da 30-60 mg/giorno di acidi grassi omega 6 per due o tre mesi, o più a lungo, se indicato.”
“Modificare la dieta come primo approccio terapeutico o in seguito, ha fatto occasionalmente rilevare un miglioramento dei voti scolastici e una riduzione dei sintomi dell’ADHD, senza la comparsa di effetti collaterali. Molti genitori sono entusiasti di provare gli integratori alimentari, sebbene sia stato loro spiegato che i risultati sono soltanto probabili e l’efficacia non è stata dimostrata”, dicono gli autori.
Gli autori ritengono anche che integratori di ferro e zinco siano indicati quando vi è una carenza di questi minerali, e questo possa contribuire ad “aumentare l’efficacia” della terapia stimolante.   

*L’aspartame è un edulcorante, dolcificante ed esaltatore di sapidità artificiale. 

(Fonte: www.educazione-emotiva.it).

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