giovedì 30 ottobre 2008

IL BAMBINO AUTISTICO
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Il bambino autistico a scuola

La Neuropsichiatria Infantile considera la scuola un ambiente favorevole per lo sviluppo sociale del bambino, anche se con l’aiuto di farmaci che permettono tale acquisizione. Infatti la scuola, precisamente l’insegnante di sostegno, ha il compito di interagire con il gruppo medico-psico-pedagogico che indica i tempi e i modi dell’azione educativa e garantire la riuscita degli obiettivi prefissati.


1. In che modo predisporre gli spazi e disporre i materiali per l’apprendimento

La scuola che accoglie il bambino autistico deve aver un grande ingresso, una grande stanza dove organizzare attività ludiche e motorie, le aule, il bagno, il corridoio, una stanza per gli insegnanti che devono avere un oggetto che può essere utilizzato dal piccolo. E’ importante dividere in parti la stanza grande dove vengono progettate diverse attività da far eseguire all’alunno. Ogni parte della stanza deve essere racchiusa per far capire al bambino che ognuna di esse contiene un diverso esercizio, ma l’insegnante deve stare bene attenta a non modificare nulla.
In ogni recinto, costruito per separare tutte le attività, non devono esistere elementi che possano distrarre l’autistico, e devono essere inseriti soltanto i materiali che servono per svolgere ogni esercizio.
Gli arredi della scuola devono essere comodi e alla portata del bambino, per focalizzare l’attenzione sui suoi bisogni.


2. Che attività proporre al bambino autistico

I neuropsichiatri consigliano di usare approcci educativi che favoriscono gli aspetti cognitivo-comportamentali e gli aspetti socio-relazionali.
Di seguito sono presentate le attività che possono essere organizzate:
- per sviluppare le abilità socio-relazionali è opportuno far eseguire esercizi che prediligono il contatto visivo, l’attenzione, la comunicazione non verbale, la risposta al saluto. I materiali da utilizzare sono oggetti che provocano sorpresa, come ad esempio un giocattolo che produce un suono, palline, bolle di sapone, specchi, colori, animali di plastica;
- per favorire l’abilità dell’indipendenza è indispensabile far dividere in sequenze semplici le azioni che svolge quotidianamente il bambino.


3. Favorire l’interazione sociale a scuola

I bambini autistici hanno difficoltà ad interagire con gli altri individui, infatti attuano atteggiamenti eteroaggressivi e non riescono a comprendere gli stati emotivi propri ed altrui rendendo faticoso l’inserimento all’interno del gruppo-classe. Per cercare di demolire in parte tali mancanze, è importante che l’insegnante di sostegno chiede ai compagni di classe del disabile di collaborare per superare ogni problema, quindi fa comprendere che il bambino ha un proprio modo di comunicare e di iniziare a farlo integrare a loro proponendogli dei giochi, ma di non infastidirlo molto. Dopo aver stabilito un contatto minimo con il docente, si può passare ad una fase successiva che prevede un contatto tra il disabile ed un compagno, che pone le basi per avviare un contatto con un piccolo gruppo di compagni, senza forzare la partecipazione. Se l’autistico reagisce in maniera soddisfacente con alcuni bambini, l’insegnante può organizzare un’attività all’interno di un gruppo più grande, diversificando gli esercizi per ridurre le occasioni di mal riuscita e potenziando quelli che hanno contenuti interessanti per il piccolo al fine di renderlo più indipendente (Si ringrazia per la gentile concessione l'autrice M. Fantaci).
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