Troverete un semplice biglietto ripiegabile realizzato con la CAA. Un piccolo gesto che racchiude un grande affetto!
Buon lavoro e buona Festa della Mamma!
Si dice di solito "nero sul bianco" per marchiare negativamente qualcuno, io invece provo a cancellare questa macchia nera cercando di trasmettere non solo risorse ma anche valori umani. Se siete perplessi non preuccupatevi è un buon segno, in quanto la perplessità è l'inizio della conoscenza...
Troverete un semplice biglietto ripiegabile realizzato con la CAA. Un piccolo gesto che racchiude un grande affetto!
Buon lavoro e buona Festa della Mamma!
Obiettivi della scheda:
Caratteristiche della scheda:
Questo decreto giunge come risposta a una sentita esigenza da parte delle famiglie e degli stessi operatori scolastici: assicurare stabilità e coerenza nel percorso educativo degli alunni più vulnerabili. La figura del docente di sostegno riveste un ruolo cruciale nell'affiancare lo studente, collaborare con il team docente e la famiglia, e contribuire alla redazione e all'attuazione del Piano Educativo Individualizzato (PEI). Interrompere bruscamente questo legame, specialmente quando si è instaurata una relazione di fiducia e si è raggiunta una profonda conoscenza delle specifiche necessità dell'alunno, può avere ripercussioni negative sul suo apprendimento e sul suo benessere emotivo e sociale.
Il D.M. introduce quindi la possibilità, a determinate condizioni e nel rispetto delle normative vigenti sull'assegnazione del personale docente, di riconfermare il docente di sostegno che ha già operato con l'alunno nell'anno scolastico precedente. Questa misura mira a valorizzare l'esperienza maturata dal docente, la conoscenza approfondita dell'alunno, del suo PEI, delle dinamiche della classe e del contesto familiare.
Info e condizioni per la riconferma:
Questo simpatico animaletto si trasforma in uno strumento didattico coinvolgente, perfetto per aiutare i bambini a familiarizzare con i numeri e a comprendere concetti come il precedente e il successivo.
Cosa fa?
Trasforma la voce in simboli: l'app è in grado di convertire la parola parlata in simboli visivi, facilitando la comprensione e l'espressione.
Ma cosa rende questo quaderno così speciale? Non solo e facilitazioni ma anche i cosiddetti "compiti di realtà". A differenza dei tradizionali esercizi ripetitivi, questi compiti invitano i ragazzi a mettere in pratica le conoscenze acquisite in contesti quotidiani. Immaginate un problema di matematica che coinvolge il calcolo del prezzo totale della spesa al supermercato, o un esercizio di grammatica che richiede di scrivere una breve recensione di un libro appena letto.
Le attività sono strutturate in modo da accompagnare gradualmente l'alunno verso un consolidamento veloce della matematica.
Clicca qui per scaricarli:
Vi fornisco anche alcune idee:
Non esiste una legge che vieti l'utilizzo del termine "speciale", ma la normativa di riferimento promuove un linguaggio inclusivo e rispettoso delle persone con disabilità. Nessuno in realtà ha scelto o proposto la terminologia "bambino speciale" che attualmente coesiste insieme ad altra nomenclatura, di fatto il linguaggio utilizzato per descrivere le persone con disabilità si è evoluto cercando di superare stereotipi e pregiudizi. Ma è veramente così?
Si parte dall'attribuzione del termine "handicappato" a "bambini/ragazzi handicappati", sottolineando solamente l'aspetto medico della disabilità; dobbiamo aspettare gli anni '90 con la legge 104/92 in cui il termine "handicap" viene progressivamente sostituito da "con disabilità".
Tutto parte da un fatto di cronaca, in un concerto di Antonello Venditti, mentre che introduceva un brano con un aneddoto personale, una giovane in prima fila lo incitava con dei versi a cantare. Il cantante, non accorgendosi della disabilità della ragazza, ha reagito con una battuta infelice; purtroppo non ha successivamente inteso il suggerimento dell'operatore "è un ragazzo speciale", omettendo la parola "con disabilità", sicuramente di più facile comprensione e immediatezza.
Ma andiamo al dunque...
L'utilizzo del termine "speciale" è nato dal desiderio di sottolineare le qualità uniche e le potenzialità di ogni individuo, indipendentemente dalle sue abilità; ma sottende una differenza intrinseca e negativa rispetto alla "normalità", ciò può portare a un'eccessiva medicalizzazione delle diversità. C'è da sottolineare che in un certo senso si voleva riconoscere la necessità di un approccio educativo personalizzato e diverso rispetto a quello standard (successivamente lo sviluppo di discipline di studio come la "didattica speciale" che successivamente farà chiarezza terminologica).
Tuttavia, con il passare del tempo, questo termine ha iniziato a suscitare alcune critiche via via più evidenti:
Un benvenuto caloroso e accogliente può fare la differenza, aiutando i piccoli alunni a sentirsi sicuri, motivati e pronti ad affrontare questa nuova avventura. Un benvenuto efficace non si limita a un semplice saluto, ma bisogna creare una atmosfera positiva e rassicurante.
Di seguito troverete una serie di semplici schede didattiche di “benvenuto”, pensate appositamente per il primi giorni di scuola. Ogni scheda è dedicata a una classe della scuola primaria e contiene:
- una semplice filastrocca: una breve poesia che introduce i bambini alla classe, ai compagni e alle attività che li aspettano. La filastrocca è uno strumento efficace per stimolare la memoria, l'immaginazione e la creatività;
- immagini da colorare: disegni semplici che i bambini possono personalizzare, creando un primo legame con la loro nuova classe. Colorare è un'attività rilassante e divertente che aiuta i bambini a esprimere la loro creatività.
Clicca qui per scaricarle gratuitamente!
Di seguito vi segnalo un breve percorso di accoglienza per la scuola dell'infanzia, volendo anche per la prima classe della scuola primaria; il progetto sé legato al bisogno dei bambini, che arrivano o tornano a frequentare la scuola, di percepire attorno a sé un clima positivo e accogliente che:
1. consenta di superare i timori verso un’esperienza nuova e il disorientamento iniziale o verso il dover riallacciare rapporti;
2. contribuisca ad attivare i processi di relazione con i pari, con l’ambiente e con le persone adulte;
3. aiuti il distacco dal genitore, la capacità di orientarsi nel nuovo ambiente e l’accettazione progressiva di alcune norme comportamentali relative all’organizzazione sociale.
Sotto troverete un progetto con suggerimenti e attività.
Qui si propone la storia "Il Bambino della Luna" di Davide Morosinotto. Indipendentemente dall’età, proporrei il racconto come lettura a voce alta. .
La lunghezza del racconto permette volendo di leggerlo in un unico appuntamento, anche con le prime classi. Diverse saranno però le riflessioni da sollecitare in alunne e alunni di prima, seconda o terza primaria.
In una prima ci si soffermerà solo su alcuni aspetti:
I bambini non si conoscono, la classe è tutta da costruire, ma le esperienze degli ultimi mesi faranno risuonare anche in loro alcuni passaggi del testo. Mi soffermerei in particolare sul tema casco/mascherina. Come il casco del protagonista, la mascherina protegge, ma non deve essere vissuta come una barriera impenetrabile.
Il gioco, l’aeroplano di carta, può superare questa barriera. E anzi deve farlo, per costruire un legame.
La descrizione dei personaggi (Augusto Robusto, Eugenia Lagenia, Enrica Riccoboni e Gastone Sganassone) può essere un modo per spingere i bambini a presentarsi in modo buffo, e a creare la loro classe speciale.
In seconda e in terza, la riflessione si potrà ampliare:
Il tema della solitudine, nel periodo vissuto lontano, toccherà corde scoperte.
Come possono, i bambini, tornare a stare insieme in modo naturale? Quanto ha pesato stare “sulla Luna”? C’erano anche cose belle, in questo pianeta lontano dalla classe, in cui sono stati in questi mesi? Quali cose li hanno più divertiti? E c’erano cose spaventose, invece?
Al termine del racconto ci sono molti approfondimenti, per continuare a riflettere insieme.
Ovviamente per la classe prima, li leggerà l’insegnante. Stampate le pagine per far lavorare i bambini sui disegni.
Clicca qui per scaricare gratuitamente il racconto e le schede di coloritura.
La firma del Patto da parte dei genitori non dovrebbe intendersi come un mero atto formale, ma piuttosto come l'avvio di un percorso di coinvolgimento attivo nella vita scolastica dei figli.
Un aspetto cruciale di questo patto è la valutazione della collaborazione dei genitori. Tale valutazione, solitamente riportata sul registro elettronico, mira a monitorare il livello di coinvolgimento delle famiglie nel percorso scolastico dei propri figli.
La sinergia tra i due contesti educativi è indispensabile per:
Per rafforzare questa collaborazione, le scuole hanno introdotto nel registro elettronico una sezione dedicata alla valutazione del livello di partecipazione dei genitori, solitamente lo si trova in pagella nel giudizio. La valutazione della collaborazione non deve essere vista come un'etichetta, ma come un'opportunità di valorizzare il ruolo dei genitori nel processo educativo. Riconoscere il loro impegno e le loro competenze rafforza il senso di appartenenza alla comunità scolastica e li motiva a contribuire attivamente alla crescita dei propri figli.
Quindi, attraverso questa valutazione, la scuola può:
Tuttavia, è necessario un impegno concreto da parte di tutte le componenti coinvolte per superare le criticità e valorizzare le potenzialità di questo modello educativo.
Spesso nella forma di "comunicazione alle famiglie", specialmente nella scuola primaria, la nota viene trascritta nel diario degli alunni.
Di fronte a una nota, molti genitori si sentono chiamati in causa e temono di essere giudicati, quindi possono reagire con la difesa del figlio - “Non è possibile che abbia detto a fatto questo...” - oppure con l’indifferenza o la sottovalutazione della comunicazione “…E che sarà mai!”
La nota, cioè la comunicazione di un comportamento scorretto, è da intendersi oggi come una comunicazione attraverso cui la scuola chiede alla famiglia di aiutarla e sostenerla perché in difficoltà o semplicemente perché desiderosa di collaborazione davanti a un comportamento dell’alunno o di un gruppo che ritiene non adeguato.
Al genitore la nota arriva proprio come un atto di alleanza e gli consente di essere consapevole di ciò che succede in classe, per capire meglio le eventuali difficoltà del figlio/i e realizzare in modo concreto quel patto educativo con la scuola di cui tanto si parla. Leggere insieme e discutere con il proprio figlio una nota, per esempio, può essere un motivo di crescita e di comprensione reciproca. E magari questo permetterà di creare l’occasione per i genitori di comunicare ai docenti che si lavorerà anche a casa su un aspetto educativo da consolidare, o che si richiederanno eventuali approfondimenti sull’accaduto, laddove necessario.
Ecco a cosa serve in generale la nota disciplinare:
Opportunità di crescita:
Non solo punizione:
È importante sottolineare che la nota disciplinare non è solo uno strumento punitivo. Può essere utilizzata anche per premiare i comportamenti positivi degli studenti. Ad esempio, si possono assegnare note di merito agli studenti che si distinguono per impegno, collaborazione e rispetto delle regole.
Incolumità fisica degli alunni:
Ad esempio, uno studente che compie atti di bullismo o vandalismo può mettere a rischio la sicurezza degli altri. In questi casi, la scuola ha il dovere di intervenire con sanzioni disciplinari adeguate, a tutela di tutti gli alunni.
La gestione di situazioni che coinvolgono la nota disciplinare e l'incolumità fisica degli alunni può essere complessa per diverse ragioni (la conseguenza spesso è estendere la nota a tutta la classe):
Criticità:
Bisogna stare attenti poiché alcuni ragazzi e alcune famiglie interpretano o strumentalizzano certe formule comunicative.
Oltre a creare cruciverba su misura per le tue passioni e interessi, puoi personalizzare la difficoltà, la lunghezza e il formato, e scegliere le parole da utilizzare. Questi strumenti offrono spesso la possibilità di includere immagini e audio, rendendoli ancora più coinvolgenti per gli studenti. Inoltre, puoi creare puzzle interattivi che forniscono feedback immediato sulle risposte degli studenti.
Puoi anche personalizzare i puzzle scegliendo parole, fatti storici, termini scientifici o concetti matematici. È un modo coinvolgente per rinforzare la conoscenza senza che sembri un compito!
Oltre ai benefici cognitivi menzionati, i cruciverba possono anche aiutare a migliorare la concentrazione, la pazienza e le capacità di ragionamento logico.
Alcuni esempi di generatori di cruciverba online che meritano menzione:
In conclusione, i generatori di cruciverba sono strumenti versatili e divertenti che possono essere utilizzati per una varietà di scopi. Sia che tu voglia creare un puzzle per un progetto scolastico, per una festa di compleanno o semplicemente per divertirti, un generatore di cruciverba può aiutarti a dare vita alla tua idea.
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