Ecco alcuni consigli e accorgimenti per le verifiche/valutazione per la Lingua inglese nei ragazzi con DSA:
• proporre esclusivamente verifiche del programma effettivamente svolto e ripetuto in classe.
• mostrare ottimismo sulle possibilità di recupero, indicandone però le priorità operative e compatibili con le circostanze.
• ricordare che l’importante è che ci sia un miglioramento rispetto al livello di partenza.
• non dare eccessiva importanza ad errori che non rechino pregiudizio alla comunicazione e alla comprensione (cfr. Michael Swan).
• dare un commento positivo ed incoraggiante facendo notare (durante la correzione in cooperative learning) quali errori ricorrenti hanno portato ad una valutazione negativa e come anche solo la correzione di alcuni di essi (dire quali) avrebbe comportato una valutazione ben migliore (dire quale).
• nel caso la dislessia sia molto grave è possibile che i risultati di una verifica scritta siano negativi in ogni caso. La cosa migliore è ripetere la verifica in forma orale con del materiale adattato allo scopo. (Se il test è a livello elementare-intermedio - ma anche più elevato - si dovrebbero inserire esercizi che siano basati non solo sulle parole ma che contengano vignette, fotografie, registrazioni video. cfr Naldini).
• tenere presente che lo studente dislessico può dare un’idea di sé più negativa di quella reale, sia perché anni di difficoltà scolastica e di vuoti didattici accumulati li rendono veramente poco abili, sia perché i DSA danneggiano l’immagine del discente sia infine perché il dislessico ha elaborato una strategia per cui preferisce dare di sé l’immagine di chi non ci tiene piuttosto che di chi non ce la fa (soprattutto di fronte ai compagni) per attenuare il proprio sentimento di inadeguatezza di fronte a un nuovo fallimento. Non dimentichiamoci i casi in cui alcuni di loro, seppure con un’intelligenza superiore alla media, hanno dato l’impressione ad alcuni insegnanti poco preparati, di essere dei ritardati mentali.(cfr. Naldini).
- I due punti principali per evitare errori didattici irreversibili sonosecondo Chiara Naldini:
• dare un commento positivo ed incoraggiante facendo notare (durante la correzione in cooperative learning) quali errori ricorrenti hanno portato ad una valutazione negativa e come anche solo la correzione di alcuni di essi (dire quali) avrebbe comportato una valutazione ben migliore (dire quale).
• nel caso la dislessia sia molto grave è possibile che i risultati di una verifica scritta siano negativi in ogni caso. La cosa migliore è ripetere la verifica in forma orale con del materiale adattato allo scopo. (Se il test è a livello elementare-intermedio - ma anche più elevato - si dovrebbero inserire esercizi che siano basati non solo sulle parole ma che contengano vignette, fotografie, registrazioni video. cfr Naldini).
• tenere presente che lo studente dislessico può dare un’idea di sé più negativa di quella reale, sia perché anni di difficoltà scolastica e di vuoti didattici accumulati li rendono veramente poco abili, sia perché i DSA danneggiano l’immagine del discente sia infine perché il dislessico ha elaborato una strategia per cui preferisce dare di sé l’immagine di chi non ci tiene piuttosto che di chi non ce la fa (soprattutto di fronte ai compagni) per attenuare il proprio sentimento di inadeguatezza di fronte a un nuovo fallimento. Non dimentichiamoci i casi in cui alcuni di loro, seppure con un’intelligenza superiore alla media, hanno dato l’impressione ad alcuni insegnanti poco preparati, di essere dei ritardati mentali.(cfr. Naldini).
- I due punti principali per evitare errori didattici irreversibili sonosecondo Chiara Naldini:
1. La multimedialità e il ricorso alla tecnologia sono da preferire non solo per la lingua straniera ma anche per tutte le discipline.
2. Non conoscere o misconoscere il vissuto personale del discente dislessico vuol dire non essere in grado di apprezzare i suoi sforzi e capire le sue reali possibilità. L’approccio comunicativo-affettivo permette di instaurare un rapporto di mutua collaborazione che non solo contribuirà al mantenimento della motivazione allo studio ma potrà aiutare il dislessico nel difficile compito di superare le frustrazioni accumulate da anni di disagio ed emarginazione scolastica.
Fonti: Giacomo Stella, La Dislessia, Il mulino 2004
Giacomo Stella, In classe con un allievo con disordini dell’apprendimento, Fabbri editori, 2001
Chiara Naldini, La dislessia e l’apprendimento dell’italiano come lingua straniera, Masteritals in didattica della lingua italiana a stranieri, Università Ca’ Foscari di Venezia, 2002 Michael Swan.
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