L’Optometria
trova applicazione, da diversi decenni, nel trattamento dei disturbi
dell’apprendimento, occupandosi dei disordini visivi connessi e, in
accordo con le figure professionali che tradizionalmente si interessano
di apprendimento, l’optometrista fornisce un valido contributo
valutativo e rieducativo. La rieducazione optometrica della dislessia è
molto conosciuta nei paesi anglosassoni e negli Stati Uniti (patria
dell’Optometria) dove i professionisti che si interessano di DSA
richiedono abitualmente la valutazione optometrica del disturbo.
Nel nostro Paese, purtroppo, a molti bambini con problemi di
apprendimento non viene consigliata, ancora oggi, un’analisi completa
delle abilità visive e visuo-percettive. In
questo modo il bambino si trova privato di un percorso riabilitativo che
potrebbe ridurre significativamente le sue difficoltà. Infatti
molti (anche tra coloro che si interessano di DSA) pensano basti
controllare la vista (acuità visiva) correggendola, eventualmente, con
lenti adeguate. In realtà al bambino deve essere controllata la visione cioè tutte le abilità visive refrattive, funzionali e percettive, con particolare attenzione all’area prossimale: i bambini, infatti, leggono e scrivono a circa 30 cm ed è a questa distanza che devono essere effettuati la maggior parte dei test visivi.
Il trattamento rieducativo è stato elaborato sulla base dei modelli di visione di Skeffington e sugli studi di Piaget, Getman e Gesell, cioè su un concetto evolutivo della visione e dei processi cognitivi ormai universalmente accolto e compreso.
Il training, basandosi sui criteri comportamentali, applica le proprie
metodologie di intervento in coerenza con il principio olistico che
considera l’organismo quale totalità da cui non possono essere scissi i
singoli elementi costitutivi. La
mancanza d’acquisizione di sufficienti e adeguate esperienze di base nel
periodo dello sviluppo primario (i primi sei / sette anni di vita)
induce un rallentamento della rapidità d’integrazione con conseguenti
ritardi nella risposta motoria o mentale dell’individuo che evidenzierà
differenti gradi di inefficienza.
La
prontezza d’integrazione all’interno del circuito stimolo-risposta può
essere sollecitata e/o ristabilita mediante un esercizio attivo
orientato al recupero dei deficit nell’apprendimento degli schemi
d’azione di base o alla consapevolezza di nuovi schemi. Tale esercizio è
definito con il termine “RIEDUCAZIONE VISUOPERCETTIVOPSICOMOTORIA” che si avvale di quattro sequenze di training che espongono il soggetto a specifici stimoli di natura sensomotoria.
Le sequenze rieducative sono denominate come segue:
1) sequenza visuomotoria
2) sequenza evolutivomotoria
3) sequenza simmetrotonica
4) sequenza evolutivomotoria raffinata
1) sequenza visuomotoria
2) sequenza evolutivomotoria
3) sequenza simmetrotonica
4) sequenza evolutivomotoria raffinata
IL TRAINING IN SINTESI :
> Valutazione delle abilità visive:
In un primo momento vengono valutate le abilità visive funzionali:
- Acuità visiva (decimi)
- Visione binoculare
- Accomodazione
- Capacità oculomotorie
- Capacità fusionali
> Valutazione delle abilità visuo-percettive (motorie e non motorie):
Il secondo momento fornisce una valutazione di come l’informazione visiva è integrata ed elaborata:
Abilità VISUO-SPAZIALI, suddivise in
-
Lateralità
-
Direzionalità
-
Integrazione bilaterale
Abilità di ANALISI, suddivise in
-
Riconoscimento della forma
-
Distinzione figura-sfondo
-
Costanza di forma
-
Chiusura visiva
-
Memoria visiva
-
Memoria visiva sequenziale
-
Visualizzazione mentale
-
Velocità di percezione visiva
Abilità di INTEGRAZIONE, suddivise in
-
Integrazione visuo - uditiva
-
Integrazione visuo – grosso motoria
-
Integrazione visuo – motoria fine
> Terminate le valutazioni visive e visuo-percettive si procede al training vero e proprio, concernente le quattro sequenze rieducative sensomotorie.
Si intuisce come, grazie ad una così particolareggiata valutazione, sia possibile programmare un intervento riabilitativo personalizzato mirante a migliorare i punti di debolezza del bambino.
IMPORTANTE:
Il training optometrico non contempla esercizi di lettura e scrittura che sono, notoriamente, molto stancanti per il bambino, infatti il miglioramento delle capacità grafo-lessicali sarà dovuto essenzialmente all’acquisizione delle performance sensomotorie introdotte dal training.
La
rieducazione optometrica visuopercettivomotoria necessita di un buon
grado di disponibilità da parte del soggetto in rieducazione, che dovrà
dedicare parte del proprio tempo quotidiano (circa 30 minuti al giorno)
agli esercizi compresi nel programma. Tale lavoro dovrà sottostare alla
supervisione del genitore; infatti i risultati migliori si ottengono ove
i genitori mostrino una incondizionata disponibilità a divenire, essi
stessi, rieducatori del loro bambino. Le sedute in studio hanno,
solitamente, cadenza settimanale. La durata complessiva del training è,
mediamente, di alcuni mesi.
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