Le
difficoltà di apprendimento del bambino sordo sono essenzialmente
legate alla decodificazione, comprensione e uso della lingua orale e
scritta. Di fronte a qualsiasi contenuto disciplinare, egli dovrà
operare a livello metalinguistico su di un materiale - quello
linguistico - povero sia dal punto di vista quantitativo che
qualitativo: i problemi di ordine morfologico, sintattico e lessicale
si accompagnano a difficoltà a sviluppare inferenze, rilevare
incongruenze, cogliere differenze tra informazioni apparentemente
simili, interpretare messaggi metaforici o modi di dire; inoltre, il
tempo di attenzione risulta più ridotto rispetto a quello degli
altri alunni in quanto, prima di giungere alla comprensione, deve
preoccuparsi di labioleggere e interpretare i suoni dalle labbra
dell’interlocutore. E’
importante a questo riguardo, che gli insegnanti curricolari e di
sostegno mettano in atto alcune strategie utili a creare le
condizioni per una buona comunicazione in classe. Innanzitutto devono accettare che il bambino non udente si
esprima anche attraverso la lingua dei segni (LIS, o l’italiano
segnato esatto, ISE), sia per favorire le sue possibilità espressive
e il rispetto della sua identità culturale, sia nella consapevolezza
che tale codice interviene a "disambiguare" il codice
orale. Ciò comporta che alcuni fra i docenti si preoccupino di
imparare essi stessi la LIS (oppure pretendano la presenza in classe
di un educatore segnante), e che si dispongano a farla imparare anche
agli altri bambini. Per quanto riguarda il ricorso alla lingua orale,
occorre ricordare di:
-
controllare che il locale sia ben illuminato e che il viso del
docente sia sempre in luce;
-
evitare il tono troppo innalzato della voce, che deforma
l’articolazione;
-
parlare con ritmo rallentato, non scandito, prolungando il suono
delle vocali;
-
esporre il pensiero in maniera chiara e ordinata, scegliendo il
lessico in maniera accurata;
-
evitare l’uso troppo frequente di frasi subordinate;
-
essere disponibili a riformulare i messaggi ambigui;
-
nel corso della spiegazione, ricorrere all’uso di uno schema del
discorso, scritto alla lavagna, facendo riferimento ad esso ogni
qualvolta si introduce un argomento nuovo;
-
fare uso quanto più possibile di materiale illustrativo, inerente
l’argomento (fotografie, immagini, lucidi, disegni, diapositive,
videocassette, programmi di software, ecc.);
-
spiegare all’audioleso tutto ciò che avviene in classe, anche in
sua assenza, in modo che si senta integrato.
La
progettazione delle unità didattiche
La
presenza in classe di un alunno sordo richiama la necessità di una
frequente interazione, e intensa collaborazione tra insegnanti
curricolari e di sostegno, rispetto all’insegnamento di ogni
disciplina, così come rispetto alle scelte organizzative inerenti
l’esperienza scolastica. La progettazione di ogni unità didattica
dovrebbe essere concordata preventivamente tra i docenti, e dovrebbe
seguire un preciso itinerario:
-
tenere in considerazione le conoscenze culturali e la competenza
linguistica specifica dell’alunno, rispetto all’argomento;
-
evidenziare il glossario di nuovi termini che arricchiranno il
patrimonio lessicale del bambino;
-
anticipare per il bambino handicappato, da parte dell’insegnante di
sostegno, ogni volta sia possibile, gli argomenti che verranno
trattati in classe per tutti; la conoscenza preventiva è molto
importante per favorire l’attenzione e la partecipazione alla vita
di classe, e consentire il rafforzamento delle conoscenze già
possedute;
-
spiegare l’argomento o il testo impiegando tutte le possibili
modalità comunicative e strumentali (verbale, gestuale attraverso la
lingua dei segni, grafico-visiva, multimediale);
-
adattare il testo alle capacità di comprensione dell’allievo: il
brano può essere ricompattato e integrato con immagini o altre
informazioni, oppure ridotto, o schematizzato e ristrutturato, oppure
possono esservi evidenziati i concetti chiave;
-
far leggere il testo, eventualmente semplificato, evidenziando i
concetti e i significati nuovi o complessi.
La
valutazione
Per
quanto riguarda il momento valutativo, sono da preferire le verifiche
scritte e, in particolare, i questionari chiusi a risposta multipla,
nei quali le difficoltà linguistiche e i rischi di ambiguità
semantica sono ridotti; grazie al loro facile impiego, è possibile
graduare, e quindi controllare con maggiore puntualità, la quantità
e qualità delle conoscenze acquisite, e l’arricchimento lessicale.
Per verificare la comprensione orale, bisogna rivolgersi al bambino
chiedendo: "che cosa ho detto?", anziché: "hai
capito?", perché a questa seconda domanda tutti gli alunni (non
solo quelli sordi) rispondono, anche a torto, in senso affermativo.
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