domenica 16 febbraio 2014

L'Autismo è una delle sindromi che più fa paura... in parte perchè negli studi scientifici c'è molta confusione per le molteplici teorie e studi. Spesso lo si fa risalure ad un disturbo proveniente dai vaccini, da cause metaboliche e genetiche-multifattoriali. Raramente nei manuali della neuropsichiatria troviamo capitoli che mettono in relazione l'autismo con altri disturbi (tale rapporto è noto con il termine "comorbilità"). Eppure esistono situazioni dove più disturbi coesistono e penso che nel caso dell'autisto non sia facile individuarlo pienamente e trovare le possibili risposte e di conseguenza risorse e metodi per provvedere ad una riabilitazione.
Sul Web sono note le ricerche di Alfred Tomatis (studioso che ha svolto pionieristiche ricerche sul rapporto tra facoltà di ascolto, psicologia, sviluppo della memoria e comunicazione. Ha consacrato la sua attività allo studio della voce e dell’emissione vocale, inventando apparecchi per il trattamento dei disturbi del linguaggio, dell’ascolto e del comportamento) sulle cause della dislessia che hanno evidenziato che la mancata padronanza del linguaggio scritto è dovuta ad una difficoltà di comunicazione avvenuta nella prima infanzia da parte del bambino. Tomatis considera il linguaggio non solo come sistema di apprendimento linguistico o semantico, ma come il bisogno di comunicare che nasce in tutto il corpo.
La dislessia è un disturbo della comunicazione che si esprime attraverso il linguaggio. Il linguaggio nasce dalla scoperta del sè e dalla capacità di usare con abilità il proprio corpo. I dislessici sono bambini che non arrivano a questa capacità perché non hanno imparato ad ascoltare, non solo attraverso l'udito, ma con tutto il loro corpo. Questo studioso mette in risalto anche un medodo di riabilitazione, vi consiglio per maggiori informazioni di leggere questo articolo: http://www.riequilibrio.com/content/view/23/1/

In collegamento alla teoria di Tomatis vedo personalmente molto vicina (per certi versi ci sono diversi collegamenti) la Teoria della Coerenza Centrale Debole (chiamata anche Teoria della Coerenza Centrale) che  suggerisce che uno stile percettivo-cognitivo, vagamente descritto come una capacità limitata per comprendere il contesto o per “vedere il quadro generale”, sottostà alla perturbazione centrale nell'autismo e agli altri disturbi relazionati con lo spettro autistico.
La Teoria della coerenza centrale cerca di spiegare come alcune persone diagnosticate di autismo possono dimostrare alcune capacità straordinarie in materie come la matematica e l'ingegneria, e ciononostante hanno grosse difficoltà con le capacità del linguaggio e mantengono la tendenza di vivere isolati dalla vita sociale. Questa teoria si trova tra i modelli concettuali più prominenti che cercano di spiegare le anormalità delle persone con autismo, nelle attività che coinvolgono i processi cognitivi globali e locali.
Uta Frith (Studiosa già conosciuta per i suoi studi sul Modello di funzionamento della lettura-scrittura), della University College London, presentò la sua Teoria della Coerenza Centrale Debole alla fine degli anni ’80. Frith suppose che le persone con tratti autistici pensano tipicamente sulle cose in termini dei loro componenti più piccoli possibili. La sua ipotesi è che i bambini con autismo percepiscono i dettagli meglio che le persone normali. ma che sono incapaci di comprendere o di percepire cos'è importante in una situazione, perché danno molta importanza ai dettagli ("vedono gli alberi, ma non la foresta"), condizione che è al di fuori del loro controllo o volontà.
Questa teoria porta a considerare che le persone affette da autismo:
  • hanno la capacità di pensare in concetti
  • hanno la capacità di riconoscere cause ed effetti
  • hanno l'abilità di vedere, percepire, considerare le relazioni fra i diversi oggetti, parole, situazioni, ecc.
  • pensano in dettagli, pensano in modo molto concreto
  • e questo può portarli ad essere inflessibili e a rifiutare cambiamenti nei loro modelli giornalieri di comportamento.
E come menzionavamo prima, le persone autistiche hanno:
  • Difficoltà nell'interazione sociale
  • Difficoltà nella comunicazione
  • Difficoltà nell'immaginazione

Certo c'è da dire che gli psicologi e in generale gli specialisti che si occupano nel diagnosticare i vari disturbi e sindromi hanno un compito sicuramente non facile, in quanto nel panorama dei distubi mentali esistono diversi quadri clinici con situazioni di comorbilità difficile da individuare e riconoscere.

Vi lascio con un video pubblicato da un caro amico che si occupa di Autismo da una vita... potrebbe esservi di aiuto:
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