Il sito http://www.balbuzie.it è un portale italiano di riferimento per avere informazioni sulle balbuzie, interessante è una serie di SUGGERIMENTI EDUCATIVI presenti nel sito e che secondo me molti di questi risultano importanti da applicare a scuola e a casa durante il periodo della scuola dell'infanzia:
- Non aiuteranno il vostro bambino parole, gesti, azioni che denotano preoccupazione per il suo modo di parlare.
- Evitate di etichettare il bambino come balbuziente né dovete permettere che altri lo facciano.
- Stabilite un buon contatto oculare col bambino, che dovrà percepire il vostro interesse e il vostro piacere di ascoltarlo.
- Parlare all’inizio o durante il discorso il bambino può inibire la sua comunicazione. Parlate alla fine.
- Offrite un buon modello di linguaggio. Parlate più che potete e con tranquillità e con una buona articolazione, senza esagerarla.
- Non forzare il bambino a parlare davanti ad altre persone, cosa che gli creerebbe stress comunicativo, né pretendere che si esprima oltre le possibilità del suo vocabolario.
- Fare domande che esigono risposte molto lunghe rischia di suscitare nel bambino un assurdo senso di incapacità e di inadeguatezza.
- Ogni stimolazione eccessiva stressa il bambino e non contribuisce a costruire intorno a lui un ambiente tranquillo.
- Attraverso gesti e parole mostrate di apprezzare le sue qualità. Elogiatelo per un disegno, una buona azione, un determinato comportamento, ecc.
- Se notate che il bambino è preoccupato per il suo modo di parlare, ditegli che quando i bambini stanno ancora imparando a parlare è normale che ripetano alcune parole.
- Evitate di chiedere di parlare quando è sotto l’effetto di un’intensa emozione. Il pianto produce già di per sé intermittenza tra parola e respiro. Quando si chiede qualcosa al bambino che piange, per quanto egli cerchi di organizzare i suoni, non ci riuscirà. Balbetterà di sicuro.
- Evitate di insegnare al bambino dei trucchi per non balbettare. Anche perché non è detto che questi funzionino. E ciò lo farà sentire sicuramente “in difetto” e forse anche “in colpa”.
- Evitate di completare le frasi del bambino; abbiate pazienza e ascoltate con tranquillità ciò che deve dire anche se ci mette tempo.
- Evitate il panico ogni qualvolta si blocca. E il panico lo si può trasmettere anche attraverso il linguaggio del corpo: gesti nervosi con le mani, movimenti particolari con gli occhi, sul viso, ecc.
- Stabilite un tempo da dedicare ogni giorno per raccontargli storie o parlargli liberamente ispirandovi per esempio alle figure di un libro.
- Quando deve andare in qualche posto, avvisatelo prima e ditegli cosa succederà e quali persone incontrerà. Evitate che rimanga in ansia senza sapere dove andrà e con chi giocherà.
- Se è un giorno propizio in cui sta balbettando poco o per niente, fate in modo che abbia anche maggiori opportunità di parlare. Per esempio: spegnere la TV per fare un gioco con le marionette, raccontare storielle, visitare un amico, fare piccole commissioni, ecc. Esplorate in tutti i modi la sua fluenza.
- Se è una giornata nera in cui il bambino sta balbettando molto, sistemate ogni cosa in modo che egli abbia poche occasioni di parlare. Per esempio: è raccomandabile vedere la TV, andare al cinema, ascoltare storie e canzoncine dallo stereo, ritagliare o incollare figurine, disegnare, ricostruire i puzzle... Contenete in tutti i modi la sua disfluenza.
- Fate solo domande necessarie e che richiedano risposte brevi.
- Inventate giochi sulle note di un canto fatto in coro o giochi in cui il bambino vi imita e ripete quello che voi dite, lentamente e articolando.
- Il miglior modo per non far notare che state facendo attenzione alla sua balbuzie è mostrarsi molto più interessati a quello che il bambino dice, piuttosto che a come lo dice.
Qualche altro suggerimento pratico...
Cosa devo e non devo fare quando mio figlio balbetta
- devo:
- ascoltare quello che dice e non come lo dice;
- dargli tempo ed ascoltare finché non abbia finito;
- comportarmi come se non balbettasse;
- seguire i suggerimenti e le indicazioni ricevute e magari da lui stesso praticate, per esempio parlargli più lentamente;
- mantenere un atteggiamento calmo, in modo che il bambino non si senta pressato nel parlare, finendo così con l’aumentare la velocità di parola;
- badare bene a non prestare maggiore attenzione ai momenti di balbuzie a scapito di quelli di normale fluenza;
- ridurre la velocità di parola.
- non devo:
- riprenderlo per la balbuzie;
- “abbandonarlo” quando balbetta;
- dirgli di smettere di balbettare;
- punirlo perché balbetta;
- mostrarmi preoccupato per la sua balbuzie;
- arrabbiarmi o essere impaziente quando fa fatica a parlare;
- dire per lui la parola che non gli riesce di dire;
- fargli troppe domande e soprattutto non fargliele tutte insieme.
Ascoltare
Cosa fare quando sto ascoltando il bambino.
- se siamo occupati, diciamogli che vorremmo senz’altro sapere quello che lui ci vuole dire, ma lo preghiamo di aspettare fino a quando potremo ascoltarlo per bene e con la massima attenzione. Naturalmente va previsto poi, senza farlo aspettare troppo, un momento di calma in cui potergli dedicare tutta l’attenzione di cui ha bisogno;
- guardarlo;
- parlargli sempre faccia a faccia e, se possibile, ponendomi alla sua stessa altezza;
- dimostrargli che lo stiamo ascoltando con interesse anche per potergli rispondere al meglio;
- non pretendiamo da noi stessi di ascoltare avendo la mente occupata.
Complimentarsi
Come posso aiutare mio figlio ad essere più sicuro di sé
- lodarlo almeno una volta al giorno per qualcosa che ha fatto bene, per esempio anche solo per un disegno fatto per noi, o per aver apparecchiato la tavola;
- essere sinceri, appropriati e coerenti nelle nostre lodi;
- quando lo si ringrazia per un compito svolto, aggiungiamo magari un complimento: l’hai fatto veramente bene!;
- incoraggiamolo a contraccambiare i complimenti, così impareremo a reagirvi sempre meglio in modo positivo.
Rispettare il turno
Come posso migliorare questo aspetto nella mia famiglia
- cerchiamo di trovare un momento specifico per esercitarci nel rispettare i turni di parola, per esempio a cena;
- chiariamo a tutti che quando una persona sta parlando, gli altri devono aspettare in silenzio finché lui abbia finito; solo allora toccherà ad un altro;
- se qualcuno interrompe gli si dice: “aspetta, quando lui avrà finito toccherà a te e nessuno ti interromperà;
- se una persona sta parlando da troppo tempo andrà fermata, spiegandone il motivo, e dando la parola ad un’altra;
- quando un membro della famiglia diventa noioso o ripetitivo, sarà bene ricordargli la regola dell’essere conciso e interessante;
- non interrompiamo il bambino che balbetta: non lo faremmo se parlasse normalmente.
La disciplina
Cosa posso fare quando mio figlio si comporta male
- cerchiamo di far coincidere la punizione con il momento della ‘marachella’ o del capriccio;
- non minacciamo punizioni che già sappiamo di non mantenere come, per esempio: “se lo fai ti mando via per sempre!”;
- siamo coerenti: se abbiamo stabilito una punizione facciamo in modo che avvenga, senza dimenticanze o ‘sconti’;
- avvertiamo con un ammonimento il bambino, cerchiamo di essere sicuri che lui abbia effettivamente capito l’errore e diamogli anche il tempo per correggersi;
- cerchiamo di ridurre il numero di volte in cui diciamo o rispondiamo “no!”; è meglio conservarlo per le occasioni più significative;
- quando è possibile farlo, cerchiamo di distogliere il bambino dall’attività scorretta, inducendolo a fare qualche cosa di positivo.– Per esempio: piuttosto che dirgli spesso “non fare– così”, coinvolgiamolo con una proposta (“perché non mi aiuti a fare questo?”).
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