domenica 6 novembre 2011

Ecco a voi una Batteria per la valutazione della scrittura e della competenza ortografica nella scuola dell’obbligo (Tressoldi e Cornoldi). Puo' essere usato come screening per individuare un possibile caso di DSA, ma ricordo che le diagnosi le fanno gli SPECIALISTI.



1° elementare - inizio 2° – n. parole 63

1°elementare (secondo quadrimestre) n. errori per stimare la competenza ortografica

0-2

ottimale

da 3 a 6

sufficiente

da 7 a 9

richiesta di attenzione

da 10 in poi

intervento immediato



2°elementare (inizio) n. errori per stimare la competenza ortografica

0-1

ottimale

da 2 a 4

sufficiente

da 5 a 8

richiesta di attenzione

da 9 in poi

intervento immediato



La bicicletta del papà


Il mio papà ha comprato una bella bicicletta.

Dice che per andare a lavorare ci mette meno tempo in bicicletta che con la macchina.

Ai semafori passa davanti / a tutte le macchine ferme.

Alla domenica mattina facciamo un giro insieme con le nostre biciclette.

È divertente e poi non si inquina l’ aria con il gas dello scappamento.

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2° elementare - inizio 3° – n. parole 83



2°elementare (secondo quadrimestre) n. errori per stimare la competenza ortografica

0-1

ottimale

da 2 a 4

sufficiente

da 5 a 8

richiesta di attenzione

da 9 in poi

intervento immediato

0-2

ottimale

da 3 a 5

sufficiente

da 6 a 9

richiesta di attenzione

da 10 in poi

intervento immediato


3° elementare (inizio)


Il cieco e la fiaccola

Un cieco girava per le strade di una città in una notte senza stelle, con un orcio sulle spalle e una fiaccola in mano.

“Sciocco” gli disse un signore che passava “buio o non buio, per te che sei cieco è la stessa cosa. / A che ti serve la fiaccola?”

“La fiaccola serve per te” rispose il cieco.

“Tu, non vedendomi, potresti urtarmi e farmi rompere l’orcio”.

E l’uomo non seppe come replicare a questa saggia risposta.


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3° elementare - inizio 4° – n. parole 142


3°elementare (secondo quadrimestre) n. errori per stimare la competenza ortografica

0-2

ottimale

da 3 a 5

sufficiente

da 6 a 9

richiesta di attenzione

da 10 in poi

intervento immediato



0-2

ottimale

da 3 a 6

sufficiente

da 7 a 14

richiesta di attenzione

da 15 in poi

intervento immediato

4° elementare (inizio)


Il leone e il gallo

Il re degli animali, con un tonante ruggito, stirò le membra e si avviò di buon passo verso il fiume.

Ad un tratto udì uno strepitio che lo impressionò: era una carretta vuota trainata da un cavallo imbizzarrito, che sobbalzava veloce si sassi.

Il leone si precipitò dentro un cespuglio e chiuse gli occhi: non aveva mai visto un animale così strano e rumoroso.

Dopo un po’ riprese il cammino. /

Non aveva fatto molti passi quando udì, forte e vicino, un gallo cantare.

Si fermò di colpo. Il gallo cantò di nuovo, più forte di prima. Il leone cominciò a tremare. Il gallo, con la sua cresta rossa, gli passò davanti nell’erba alta. Il leone vide soltanto quella cresta fiammeggiante che correva e faceva chicchirichì, e in preda al terrore ritornò a gran balzi nella boscaglia.

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4° elementare - inizio 5° – n. parole 137


4°elementare (secondo quadrimestre) n. errori per stimare la competenza ortografica

0-2

ottimale

da 3 a 6

sufficiente

da 7 a 14

richiesta di attenzione

da 15 in poi

intervento immediato



0-1

ottimale

da 2 a 3

sufficiente

da 4 a 8

richiesta di attenzione

da 9 in poi

intervento immediato

5° elementare (inizio)


Indiani e bisonti

Nelle sterminate pianure americane, prima dell’ arrivo dell’uomo bianco, le tribù indiane vivevano da secoli sulle loro terre, in armonioso equilibrio con la natura.

Con loro, su quelle pianure erbose, vivevano immense mandrie di bisonti.

Quando i bisonti cominciavano a correre producevano un suono come di mille tuoni e la terra tremava tutta. Se al calar della notte si avvicinavano ad un fiume, il rumore / che emettevano bevendo tutti assieme, faceva pensare che ingoiassero tutta l’ acqua del fiume.

I bisonti rappresentavano la principale fonte di vita per gli indiani, i quali usavano proprio tutte le parti dell’animale che riuscivano ad uccidere. La carne era cibo; le pelli diventavano vestiti, tende, scudi; le ossa armi ed aghi; le viscere recipienti e sacchi.

Nulla andava sprecato e il bisonte veniva utilizzato fino all’ ultimo.

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5° elementare - inizio 1° media – n. parole 152

0-1

ottimale

da 2 a 3

sufficiente

da 4 a 8

richiesta di attenzione

da 9 in poi

intervento immediato

0-1

ottimale

da 2 a 3

sufficiente

da 4 a 8

richiesta di attenzione

da 9 in poi

intervento immediato

5° elementare (secondo quadrimestre) n. errori per stimare la competenza ortografica


1° media (inizio)

Il colore dei pesci

Molti pesci che vivono nei laghi o nel mare hanno la parte superiore del corpo di colore scuro, mentre il ventre quasi sempre bianco. Come mai? Questa diversa colorazione permette loro di sfuggire facilmente ai pesci predatori. Infatti quando il predatore nuota nell’ acqua più in alto di loro, essi gli mostrano il dorso, che è scuro e si confonde dunque facilmente con il fondo dell’ acqua, che è pure scuro. In questo modo risultano meno visibili. / Quando invece il pesce predatore si trova sotto di loro, guardando verso l’alto, vede l’ acqua illuminata dalla luce; contro quello sfondo così chiaro, il ventre pure chiaro dei pesci risulta meno visibile.

Ecco come il diverso colore del dorso e del ventre serve a proteggere un pesce. Ma guai se uno di questi pesci nuotasse a pancia all’ aria; verrebbe subito facilmente veduto, sia dall’ alto che dal basso.

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0-2

ottimale

da 3 a 6

sufficiente

da 7 a 11

richiesta di attenzione

da 12 in poi

intervento immediato

1°media e inizio 2° media n. parole 162


prima media

Viaggio sul Nilo

Io, dopo essermi trattenuto tre o quattro giorni, approfittai di una barca d’ un negoziante di avorio, che scendeva il Nilo, per far ritorno a casa.

Il prezzo richiesto era esorbitante, ma non avevo facoltà di scelta poiché quella era l’ ultima barca della stagione che scendeva il fiume.

Dopo alcuni giorni di viaggio, con mia sorpresa, vidi sulla tolda della barca un ragazzo che avevo conosciuto allo stabilimento del prete. Gli chiesi perché si trovasse lì, ed egli rispose che era stato rapito nella notte stessa in cui il negoziante aveva lasciato il villaggio.

Mi lagnai col capitano della cattiva azione, ma meglio avrei fatto a stare zitto, poiché egli, che era mussulmano, ebbe l’audacia di dirmi che un cristiano sulla barca non doveva parlare, se voleva arrivare a casa, e intanto io che avevo contratto nel passaggio anche il vitto, mi vidi da allora rifiutare il cibo, sì che mi convenne patire la fame per parecchi giorni.

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0-1

ottimale

da 2 a 4

sufficiente

da 5 a 7

richiesta di attenzione

da 7 in poi

intervento immediato

2°media e inizio 3° media n. parole 215


seconda media

La piccola antilope

La piccola antilope seguiva la vacca come la propria madre; però non poteva poppare da essa. Io dovevo mungere la vacca per poi dare il latte ad essa e questo era per me un grandissimo incomodo.

Tutti gli animali soffrivano la fame. L’ antilope era talmente obbediente che accorreva subito quando io la chiamavo con il nome di Teresa, e se non udiva la mia voce bastava che io tirassi un colpo di fucile per vederla subito comparire.

Essa conosceva il punto da me scelto per passare la notte e vedendo che riunivo il bagaglio e legavo i piedi agli animali da carico essa si allontanava e correva per i colli e per i monti per più ore della notte. Ma al mattino bastava che io chiamassi: - Teresa - o tirassi un colpo di fucile, che essa veniva subito a riunirsi alla carovana.

Per qualche volta, stanca forse dagli assalti degli animali feroci che abbondano lungo la strada, ritornava durante la notte presso di me e si coricava su quel vecchio tappeto che io stendevo a terra per dormirvi e come io lasciavo un posto libero anche per lei, quando arrivava, piano piano, si coricava presso di me, appoggiando il suo dorso al mio, che pareva volesse dirmi: - Son venuta.

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0-1

ottimale

da 2 a 5

sufficiente

da 6 a 8

richiesta di attenzione

da 9 in poi

intervento immediato


3° media n. parole 240

terza media

L’ assalto dei leoni

Mi parve di udire verso la mezzanotte un fruscio di belva che si muove, ma non vi feci caso, perché lo spirito era troppo oppresso e forse la stessa distensione dei nervi dopo tanta agitazione aveva provocato un principio di sonnolenza. Anche il mio asinello, al quale mentalmente poco prima avevo chiesto perdono di averlo condotto in regioni così lontane e misteriose, si era coricato e sembrava dormisse.

Ma ad un tratto si alza da terra e comincia a sbuffare come se un grave pericolo lo minacci. Io mi desto di soprassalto e sento drizzarmi i capelli in testa: un grosso animale si avvicinava alla capanna. Afferrato il fucile, sparai subito nella sua direzione, e mi affrettai a rianimare il fuoco e ricarica il fucile per la mia difesa. Al chiarore della fiamma scorsi una coppia di leoni nei pressi del ruscello. L’ asinello atterrito voleva ad ogni costo fuggire; per fermarlo, dovetti raddoppiare le corde. Intanto mi accingevo a sgomberare la capanna dai miei bagagli, che si fecero sentire presso di me due forti ruggiti, e un poco più lontano, le grida dei selvaggi. Sparai allora un secondo colpo di fucile in aria per avvisare del pericolo che correvo, e poco dopo dieci selvaggi già erano presso di me. Si misero a ridere quando videro che mi preparavo a bruciare quella capanna che essi stessi avevano finito il giorno prima.
I leoni, intanto, erano scappati.


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