martedì 8 maggio 2012

Ecco finalmente una presa di posizione verso le prove invalsi... adesso noi docenti abbiamo la possibilità di dimostrare il nostro dissenso verso queste prove... io già in passato ho pubblicato articoli in cui la mia posizione è molto chiara (leggi anche: http://biancosulnero.blogspot.it/2010/04/prove-invalsi-e-disabilita.html, http://biancosulnero.blogspot.it/2011/05/invalsi-pro-o-contro-un-articolo-di.html): in poche parole non credo assolutamente nel progetto INVALSI, sia per le modalità di progettazione e sviluppo sia per gli obiettivi definiti...
Ecco un articolo comparso su un giornale online:

La protesta contro il test Invalsi si fa sempre più dura e prende la forma dello sciopero. A partire da domani fino al 16 maggio il personale della scuola incrocerà le braccia per protestare contro la «scuola-quiz che smantella l’istruzione». La protesta è indetta dai Cobas e Pietro Bernocchi, portavoce nazionale, ne spiega le motivazione: «I signori Invalsi e Miur, dopo aver ripetutamente modificato le date dei loro ridicoli quiz, stanno spingendo la grande maggioranza dei presidi a esercitare minacce e illegali pressioni su docenti e studenti affinché non si sottraggano alla distruttiva farsa degli indovinelli Invalsi». Il calendario delle prove prevede domani e venerdì il test alle Elementari, giovedì alle Medie e il 16 maggio alle Superiori. Proprio per l’ultima data è prevista anche una mobilitazione degli studenti che comprenderà proprio il «boicottaggio» del test. «L’Invalsi – dichiara Mariano Di Palma, coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti – non vengono somministrati a campione, anzi sono tracciabili, ignorano deliberatamente degli importanti elementi d’indagine statistica (contesti socio-economici di provenienza, creatività o differenze personali, alunni con disabilità, etc) e non hanno pertanto nessuna validità scientifica e nessun’altro scopo se non quello di essere uno strumento ambiguo da agitare per giustificare le politiche scolastiche più scellerate».
Di tutt’altro parere il movimento italiano dei genitori che si dice preoccupato per gli scioperi annunciati. «Riteniamo che i test Invalsi siano una metodologia positiva, poiché consentono una valutazione degli apprendimenti oggettiva e omogenea su tutto il territorio nazionale. Da questo punto di vista possono quindi rappresentare anche uno stimolo per studenti e docenti. Siamo preoccupati dalle dichiarazioni di alcuni insegnanti di boicottare i test – ha detto Maria Rita Munizzi, presidente del Moige -. Sicuramente le prove possono essere ulteriormente perfezionate, solo l’esperienza potrà mostrarci quali saranno le modifiche necessarie da apportare ma la strada intrapresa è corretta. Essa rappresenta un significativo passo verso il miglioramento dell’intero sistema scolastico, che consentirebbe di allinearci agli altri paesi europei nei quali questa pratica è molto consolidata».
Ma la protesta non si ferma. Per i Cobas i quiz sopravvalutano alcune materie rispetto ad altre, anche perché – dicono – per allenarsi a fare i test si toglie tempo al resto e la valutazione delle risposte non è oggettiva. E intanto arriva il resoconto dell’ultimo Rapporto Invalsi sugli esami di maturità che sembra avvalorare le parole del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, sul fatto che i giovani «sanno troppo poco» e non conoscono nemmeno l’italiano. Errori di interpunzione, scarsa conoscenza del significato delle parole, ignoranza degli argomenti affrontati: sono solo gli errori più evidenti, ma né i presidi né gli organismi rappresentativi degli studenti condividono il parere di Fornero. «I nostri giovani sanno troppo poco. Non conoscono le lingue, l’italiano compreso, e neanche i rudimenti della matematica. Non sanno fare di conto» ha affermato il ministro e l’analisi dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione (Invalsi) sui temi dell’anno scolastico 2009-2010 ha dato ragione a questo giudizio.
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