venerdì 14 settembre 2012

Scuola protetta suggerisce una lista di atteggiamenti da assumere nei confronti di bambini e bambine con ADHD, ovvero sindrome da deficit di attenzione e iperattività.

Essa è il frutto dell’armonizzazione di due libri a tema: "La sindrome di Pierino: il controllo dell’iperattività" del dott. Daniele Fedeli, docente di Psicopatologia Clinica dell’università di Udine, e "How to operate an ADHD clinic or subspecialty practise" di M. Gordon - GSI Pubblications.

Si tratta di alcune facili regole per la loro gestione in classe e a casa, utili per creare una relazione serena:

- AIUTAMI A FOCALIZZARE L’ATTENZIONE SU DI TE: considera il mio "Modo" di entrare in contatto con l’ambiente. Ho bisogno di movimento, gesti e mani alzate!
- PERCHE’ TUTTE QUESTE REGOLE?: le regole vanno commisurate alle mie possibilità. Poche regole e molto chiare.
- MI SPIEGHI COSA DEVO FARE?: mi devi descrivere - di volta in volta e con molta linearità - il comportamento o il risultato che ti aspetti da me.
- SEI TROPPO COMPLICATO: i messaggi vanno formulati in maniera molto diretta, senza "giri di parole".... sennò mi confondo!
- PERCHE’ QUANDO MI PARLI NON TI FAI SENTIRE?: devi mostrarmi come un compito va eseguito, dandomi delle istruzioni con voce chiara. Per me è utile ripetere le tue istruzioni, esprimendole ad alta voce, finchè non avro’ interiorizzato la sequenza.
- MI DICI TROPPE COSE TUTTE ASSIEME: i messaggi vanno trasmessi uno per volta, altrimenti io li "cumulo" e poi me li dimentico! Se tu segmenti i comportamenti in una sequenza operativa (ora prendi il libro, cerca la pagina, leggila tutta senza interruzioni), per me è tutto più facile. Se poi i compiti sono troppo lunghi o complessi... spezzettali in parti più piccole, così mantengo la capacità d’attenzione e il controllo sull’obiettivo da raggiungere.
- NON L’HO DIMENTICATO... E’ SOLO CHE NON L’HO SENTITO LA PRIMA VOLTA: dammi le indicazioni un passo alla volta e chiedimi che cosa penso tu abbia detto, e se non capisco subito... ripetimelo usando parole diverse.
- SONO NEI GUAI NON RIESCO A FARLO: offrimi delle alternative alla soluzione dei problemi. Aiutami ad usare una strada secondaria se la principale è bloccata.
- HO QUASI FINITO ADESSO?: dammi dei periodi di lavoro brevi, con obiettivi a breve termine.
- HO BISOGNO DI SAPERE COSA VIENE DOPO: dammi un ambiente in cui ci sia una routine costante, ed avvertimi se ci saranno dei cambiamenti.
- SE NON TI DO RETTA... E’ PERCHE’ MI ANNOIO: io mi stanco facilmente, mi annoio, e peggioro nettamente in situazioni poco motivanti. Quindi se, in extremis, ti chiedo un momento di pausa per guardarmi attorno e mettermi in comunicazione con l’ambiente che mi circonda, stabiliamolo assieme, ma non me lo negare.
- SE HO FATTO BENE DIMMELO SUBITO: dammi un feedback "nutriente" ed immediato su quello che sto facendo e ricordami delle mie qualità, specialmente nelle giornate negative.
- E’ SEMPRE TUTTO SBAGLIATO?: premiami anche solo per un successo parziale, non solo per la perfezione.
- NON MI PUNIRE DURAMENTE SE FACCIO QUALCOSA CHE NON VA BENE PER TE: quando disturbo o mi oppongo, le punizioni dure servono a poco. Così avviamo un’escalation senza fine!
- ...E SE FACCIO BENE DAMMI UN PREMIO: se mi gratifichi o mi fai pagare un simbolico "prezzo" per i miei comportamenti, mi incentivi ad autocorreggermi (gli adulti lo chiamano autocontrollo cognitivo).
-  DISORDINE CHIAMA DISORDINE: certo che se l’ambiente nel quale mi fai lavorare mi ditrae... possiamo eliminare tutte queste distrazioni? Per esempio, quando faccio i compiti, fammi tenere sul tavolo solo cio’ che è realmente indispensabile.
- NON SAPEVO CHE NON ERO AL MIO POSTO: ricordami di "ascoltarmi", di ascoltare le mie emozioni, e ricordami di pensare prima di agire. Se imparo a mettere del tempo tra il pensiero e l’azione... faro’ meno disastri.
- SE ASCOLTO VERRO’ ASCOLTATO: m’insegni anche a coltivare la capacità di ascoltare gli altri? Aiutami a capire che se non ascolto difficilmento verro’ ascoltato quando ne avro’ bisogno. Così imparero’ a comprendere i sentimenti altrui e, quindi, i miei.
- MI INSEGNI A FARMI VOLER BENE?: dimmi cosa è adeguato per Voi adulti, come posso chiedere qualche cosa senza essere aggressivo, come posso risolvere un conflitto, come posso conversare senza interrompere sempre l’interlocutore. Se facciamo delle simulazioni io e Te da soli, per me sarà tutto più facile quando mi capiterà veramente.
- PREVENIRE E’ MEGLIO CHE REPRIMERE: prima di portarmi in ambienti in cui posso scatenarmi con comportamenti troppo agitati ( come le feste di compleanno), ricordami come mi dovro’ comportare... ed intervieni subito quando capisci che sto per perdere il controllo di me.
- OGNI AZIONE HA UNA REAZIONE: se mi fai comprendere bene che ogni mia azione avrà poi una reazione, da parte dell’ambiente e delle persone, mi aiuterai molto. Fammi esempi a me vicini e facilmente comprensibili, anche mediante il gioco degli opposti (se maltratto il gatto, il gatto mi graffia - se aiuto il cane, il cane mi vorrà bene etc.)
- MA IO NON VALGO NULLA?: spesso ho un basso senso di autostima e mi sento un "fallimento". Mi puoi valorizzare nei miei aspetti positivi, sostenendomi e incoraggiandomi? Fammi percepire la tua fiducia in me, per favore.
- IO SONO COME MI COMPORTO?: io non sono "sbagliato". E’ pericoloso e dannoso confondermi con i miei comportamenti, perchè così divento "totale effetto" di essi e non posso più intervenire per modificarli e risolverli. Cio’ che c’è di sbagliato non sono io, ma il modo in cui mi comporto. Fammi comprendere che io posso sempre decidere di far qualcosa di concreto per impegnarmi a migliorare.


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