Scuola protetta suggerisce
una lista di atteggiamenti da assumere nei confronti di bambini e
bambine con ADHD, ovvero sindrome da deficit di attenzione e
iperattività.
Essa è il frutto dell’armonizzazione di due libri a tema: "La sindrome di Pierino: il controllo dell’iperattività" del dott. Daniele Fedeli, docente di Psicopatologia Clinica dell’università di Udine, e "How to operate an ADHD clinic or subspecialty practise" di M. Gordon - GSI Pubblications.
Si tratta di alcune facili regole per la loro gestione in classe e a casa, utili per creare una relazione serena:
AIUTAMI A FOCALIZZARE L’ATTENZIONE SU DI TE: considera il mio "Modo" di entrare in contatto con l’ambiente. Ho bisogno di movimento, gesti e mani alzate!
PERCHE’ TUTTE QUESTE REGOLE?: le regole vanno commisurate alle mie possibilità. Poche regole e molto chiare.
MI SPIEGHI COSA DEVO FARE?: mi devi descrivere - di volta in volta e con molta linearità - il comportamento o il risultato che ti aspetti da me.
SEI TROPPO COMPLICATO: i messaggi vanno formulati in maniera molto diretta, senza "giri di parole".... sennò mi confondo!
PERCHE’ QUANDO MI PARLI NON TI FAI SENTIRE?:
devi mostrarmi come un compito va eseguito, dandomi delle istruzioni
con voce chiara. Per me è utile ripetere le tue istruzioni, esprimendole
ad alta voce, finchè non avro’ interiorizzato la sequenza.
MI DICI TROPPE COSE TUTTE ASSIEME:
i messaggi vanno trasmessi uno per volta, altrimenti io li "cumulo" e
poi me li dimentico! Se tu segmenti i comportamenti in una sequenza
operativa (ora prendi il libro, cerca la pagina, leggila tutta senza
interruzioni), per me è tutto più facile. Se poi i compiti sono troppo
lunghi o complessi... spezzettali in parti più piccole, così mantengo la
capacità d’attenzione e il controllo sull’obiettivo da raggiungere.
NON L’HO DIMENTICATO... E’ SOLO CHE NON L’HO SENTITO LA PRIMA VOLTA:
dammi le indicazioni un passo alla volta e chiedimi che cosa penso tu
abbia detto, e se non capisco subito... ripetimelo usando parole
diverse.
SONO NEI GUAI NON RIESCO A FARLO: offrimi delle alternative alla soluzione dei problemi. Aiutami ad usare una strada secondaria se la principale è bloccata.
HO QUASI FINITO ADESSO?: dammi dei periodi di lavoro brevi, con obiettivi a breve termine.
HO BISOGNO DI SAPERE COSA VIENE DOPO: dammi un ambiente in cui ci sia una routine costante, ed avvertimi se ci saranno dei cambiamenti.
SE NON TI DO RETTA... E’ PERCHE’ MI ANNOIO:
io mi stanco facilmente, mi annoio, e peggioro nettamente in situazioni
poco motivanti. Quindi se, in extremis, ti chiedo un momento di pausa
per guardarmi attorno e mettermi in comunicazione con l’ambiente che mi
circonda, stabiliamolo assieme, ma non me lo negare.
SE HO FATTO BENE DIMMELO SUBITO:
dammi un feedback "nutriente" ed immediato su quello che sto facendo e
ricordami delle mie qualità, specialmente nelle giornate negative.
E’ SEMPRE TUTTO SBAGLIATO?: premiami anche solo per un successo parziale, non solo per la perfezione.
NON MI PUNIRE DURAMENTE SE FACCIO QUALCOSA CHE NON VA BENE PER TE: quando disturbo o mi oppongo, le punizioni dure servono a poco. Così avviamo un’escalation senza fine!
...E SE FACCIO BENE DAMMI UN PREMIO:
se mi gratifichi o mi fai pagare un simbolico "prezzo" per i miei
comportamenti, mi incentivi ad autocorreggermi (gli adulti lo chiamano
autocontrollo cognitivo).
DISORDINE CHIAMA DISORDINE:
certo che se l’ambiente nel quale mi fai lavorare mi ditrae... possiamo
eliminare tutte queste distrazioni? Per esempio, quando faccio i
compiti, fammi tenere sul tavolo solo cio’ che è realmente
indispensabile.
NON SAPEVO CHE NON ERO AL MIO POSTO:
ricordami di "ascoltarmi", di ascoltare le mie emozioni, e ricordami di
pensare prima di agire. Se imparo a mettere del tempo tra il pensiero e
l’azione... faro’ meno disastri.
SE ASCOLTO VERRO’ ASCOLTATO:
m’insegni anche a coltivare la capacità di ascoltare gli altri? Aiutami
a capire che se non ascolto difficilmento verro’ ascoltato quando ne
avro’ bisogno. Così imparero’ a comprendere i sentimenti altrui e,
quindi, i miei.
MI INSEGNI A FARMI VOLER BENE?:
dimmi cosa è adeguato per Voi adulti, come posso chiedere qualche cosa
senza essere aggressivo, come posso risolvere un conflitto, come posso
conversare senza interrompere sempre l’interlocutore. Se facciamo delle
simulazioni io e Te da soli, per me sarà tutto più facile quando mi
capiterà veramente.
PREVENIRE E’ MEGLIO CHE REPRIMERE:
prima di portarmi in ambienti in cui posso scatenarmi con comportamenti
troppo agitati ( come le feste di compleanno), ricordami come mi dovro’
comportare... ed intervieni subito quando capisci che sto per perdere
il controllo di me.
OGNI AZIONE HA UNA REAZIONE:
se mi fai comprendere bene che ogni mia azione avrà poi una reazione,
da parte dell’ambiente e delle persone, mi aiuterai molto. Fammi esempi a
me vicini e facilmente comprensibili, anche mediante il gioco degli
opposti (se maltratto il gatto, il gatto mi graffia - se aiuto il cane,
il cane mi vorrà bene etc.)
MA IO NON VALGO NULLA?:
spesso ho un basso senso di autostima e mi sento un "fallimento". Mi
puoi valorizzare nei miei aspetti positivi, sostenendomi e
incoraggiandomi? Fammi percepire la tua fiducia in me, per favore.
IO SONO COME MI COMPORTO?:
io non sono "sbagliato". E’ pericoloso e dannoso confondermi con i miei
comportamenti, perchè così divento "totale effetto" di essi e non posso
più intervenire per modificarli e risolverli. Cio’ che c’è di sbagliato
non sono io, ma il modo in cui mi comporto. Fammi comprendere che io
posso sempre decidere di far qualcosa di concreto per impegnarmi a
migliorare.
(Fonte: http://web.mondodiluna.it).
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