(Da Medscape Medical News > Psychiatry )
Megan Brooks, Scrittrice freelance per Medscape, traduzione italiana Dr.ssa Valentina Parma
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Quando i farmaci non riescono a controllare il disturbo da disattenzione e iperattività (attention-deficit/hyperactivity disorder,
ADHD) o quando non è opportuno somministrarli, le ultime ricerche
suggeriscono di adottare una dieta “sana”, eliminando gli alimenti che
possono predisporre all’ADHD e incrementando il consumo di acidi grassi
omega 3 per mezzo di integratori. “Molti genitori, in particolare quelli che vogliono trovare
un’alternativa ai farmaci stimolanti o una terapia complementare, e
medici continuano ad essere interessati a come la dieta e le
modificazioni della dieta possono influire sull’ADHD. Tuttavia, questo
rimane un tema controverso”, fanno notare gli autori.
Per il loro studio, il medico J. Gordon Millichap e l’infermiera
pediatrica Michelle M. Yee del Children’s Memorial Hospital di Chicago,
Illinois, hanno cercato nel database PubMed gli studi rilevanti sul
ruolo della dieta e degli integratori alimentari per il trattamento dei
bambini con ADHD (vedi... lo studio è stato pubblicato il 9 Gennaio 2012 sulla rivista Pediatrics).
Forse, il trattamento alternativo o complementare “più promettente e
realizzabile”, scrivono il dottor Millichap e la signora Yee, è adottare
un modello di dieta sana, eliminando gli alimenti che - è stato
dimostrato - predispongono all’ADHD o ne peggiorano la condizione.
Questi alimenti includono i cibi da fast food, la carne
rossa, la carne conservata, le patatine in sacchetto, i prodotti caseari
ad alto contenuto di grasso e le bevande gasate. Adottare un modello di dieta sano “può offrire un metodo alternativo al
trattamento dell’ADHD e un minore utilizzo di farmaci” scrivono gli
autori del presente studio.
Il dottor Millichap e la signora Yee riportano che nel plasma e nei
globuli rossi dei bambini con ADHD sono stati riscontrati bassi livelli
di acidi grassi poli-insaturi a catena lunga rispetto ai bambini sani di
pari età. Alcuni studi hanno dimostrato una riduzione dei sintomi dell’
ADHD dopo l’assunzione di integratori di acidi grassi poli-insaturi a
catena lunga. Non possono, però, essere tratte conclusioni definitive al
riguardo.
Tuttavia, gli autori ritengono che “sulla base dei resoconti relativi
all’efficacia e alla sicurezza, si possano utilizzare dosi da 300-600
mg/giorno di omega 3 e da 30-60 mg/giorno di acidi grassi omega 6 per
due o tre mesi, o più a lungo, se indicato.”
“Modificare la dieta come primo approccio terapeutico o in seguito, ha
fatto occasionalmente rilevare un miglioramento dei voti scolastici e
una riduzione dei sintomi dell’ADHD, senza la comparsa di effetti
collaterali. Molti genitori sono entusiasti di provare gli integratori
alimentari, sebbene sia stato loro spiegato che i risultati sono
soltanto probabili e l’efficacia non è stata dimostrata”, dicono gli
autori.
Gli autori ritengono anche che integratori di ferro e zinco siano
indicati quando vi è una carenza di questi minerali, e questo possa
contribuire ad “aumentare l’efficacia” della terapia stimolante.
*L’aspartame è un edulcorante, dolcificante ed esaltatore di sapidità artificiale.
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