Prima di tutto è utile classificare gli "errori", successivamente seguiranno i suggerimenti.
b) errori delle regole fonografiche (sc/gn/gl/chi/ci/che /ce):
E’ un problema di apprendimento a memoria, è indispensabile la presenza o la possibilità di consultazione dell’alfabetiere. Il bambino deve potersi aiutare con lo sguardo ogni volta che ne ha bisogno.
c) errori delle regole ortografiche (scuola/taccuino/ a soqquadro…):
Anche in questo caso è questione di mettere in memoria attraverso lo sguardo e l’uso di tutte le parole la cui correttezza non è deducibile dall’applicazione di alcuna regola;
d) errori di tipo metalinguistico:
Riguardano una incompetenza sulle funzioni delle parti del linguaggio: attaccature, staccature o regole grammaticali vere e proprie: uso dei verbi ausiliari, accenti.
- errori di tipo evolutivo: nei primi anni di scuola gli alunni hanno bisognodi esercitare queste
competenze. Un bambino che sbaglia l’ hin terza sta ancora nel percorso di apprendimento,è più
preoccupante l’errore fonologico di cui al punto a;
- disortografia: soltanto attraverso un accertamento clinico approfondito si potrà parlare di
disortografia, intesa come disturbo di tipo specifico (DSA) con una base neurobiologica che
comporta basso rendimento in scrittura rispetto all’età cronologica, al QI e al livello di istruzione
ricevuto. Per tali alunni è necessario l’uso del PC con programmi di segnalazione degli errori
ortografici e visualizzazione delle forme corrette;
- cattivi scrittori: ragazzi che, pur non presentando un disturbo specifico, in scrittura commettono
più errori della maggior parte dei loro coetanei (prestazione genericamente scadente piuttosto che
un quadro di difficoltà specifiche).
• Abitudini didattiche errate:
- correzione dell’insegnante (portare a casa i quaderni per correggere);
- separazione dei saperi disciplinari (sto attento all’ortografia solamente quando faccio italiano);
- esercitazioni standardizzate mirate al recupero, ovvero gli esercizi “classici”;
- assenza di percorsi metacognitivi (quelli che agiscono sui processi);
• Strategie
Dal punto di vista metodologico le diverse linee diintervento fanno riferimento:
- all’acquisizione della consapevolezza dell’errore;
- all’attivazione di processi di decisione;
- all’attivazione di processi di controllo.
Le esercitazioni standardizzate, la reiterazione diesercizi non danno risultati apprezzabili.
E’ fondamentale attivare processi di decisione ortografica attraverso la costruzione di un lessico ortografizzato mentale (magazzino di rappresentazioni corrette delle parole nel loro insieme).
Per gli errori fonologici:
- testi in cui sono sottolineate parole scritte in modo corretto e parole scritte in modo errato (si dice
ai bambini che nel testo devono evidenziare le parole che ritengono corrette e ricopiarle così come
sono scritte, mentre devono ricopiare correggendolequelle che ritengono errate)
- dettato ortografico almeno tre volte la settimanaper 15-20 minuti utilizzando la tecnica di dettato
incalzante (crearsi uno stock di dettati)
- utilizzo di tabelle della memoria (portare l’alunno a utilizzare nella scrittura strategie lessicali, costruendosi una rappresentazione visiva delle parole la cui grafia non può essere specificata fonologicamente: cuoco- quaderno, taccuino- soqquadro, il suono è identico ma la grafia è diversa);
- utilizzo di figure o testi significativi (il legame con il contesto facilita l’associazione tra la forma
visiva della parola e il suo significato).
Le parole che noi pronunciamo e ascoltiamo hanno unsuono conosciuto e di solito le consideriamo
in base ai loro significati, non in quanto stringa sonora. Se però le analizziamo sotto quest’ultimo
aspetto, scopriamo che tutte le parole hanno un “accento”, cioè un punto (una lettera) sul quale pesa
la voce quando le pronunciamo.
Si tratta di lavorare in una prima fase per elevare il livello di percezione uditiva dell’alunno, in modo che egli riesca agevolmente a cogliere su quale sillaba cade l’accento (all’interno della parola o alla fine di essa).
i bambini devono diventare capaci di giocare a raddoppiare anche con parole che non richiedono
doppie, in modo da poter verificare personalmente l’una o l’altra possibilità.
CONSIGLI AGLI INSEGNANTI DEL DOTT. PROFUMO:
- dettato incalzante breve e quotidiano (o quasi);
- dettato di parole e di non parole (brodo, bodo) che mettano in conflitto i bambini;
- affrontare la difficoltà in una parola individuandola e ricordando il metodo per superarla;
- insegnare ai bambini a fare il lavoro del correttore di bozze: da destra a sinistra, dal fondo
all’inizio del testo da correggere;
- creazione di repertori di testi in cui siano sottolineate parole corrette e parole contenenti un
errore e chiedere ai bambini di praticare un processo di decisione per individuare le parole
scorrette;
- uso del computer per la scrittura spontanea e autonoma con utilizzo di Word e correttore
ortografico, da parte dei bambini che esprimono le maggiori difficoltà.
⇒ CLASSIFICAZIONE DEGLI ERRORI SECONDO PROFUMO
a) errori fonologici (qu/gu, f/v, c/g, d/t)e grafemici (d/b, m/n, a/e/o):
Sono errori su cui l’insegnante non può intervenirepiù di tanto. Se non ci sono problemi reali, i bambini li superano nel tempo spontaneamente attraverso il lavoro quotidiano di scrittura; se ci sono danni di varia natura allora per questi errori è necessario l’intervento della logopedista.
a) errori fonologici (qu/gu, f/v, c/g, d/t)e grafemici (d/b, m/n, a/e/o):
Sono errori su cui l’insegnante non può intervenirepiù di tanto. Se non ci sono problemi reali, i bambini li superano nel tempo spontaneamente attraverso il lavoro quotidiano di scrittura; se ci sono danni di varia natura allora per questi errori è necessario l’intervento della logopedista.
b) errori delle regole fonografiche (sc/gn/gl/chi/ci/che /ce):
E’ un problema di apprendimento a memoria, è indispensabile la presenza o la possibilità di consultazione dell’alfabetiere. Il bambino deve potersi aiutare con lo sguardo ogni volta che ne ha bisogno.
c) errori delle regole ortografiche (scuola/taccuino/ a soqquadro…):
Anche in questo caso è questione di mettere in memoria attraverso lo sguardo e l’uso di tutte le parole la cui correttezza non è deducibile dall’applicazione di alcuna regola;
d) errori di tipo metalinguistico:
Riguardano una incompetenza sulle funzioni delle parti del linguaggio: attaccature, staccature o regole grammaticali vere e proprie: uso dei verbi ausiliari, accenti.
Importane è dire anche che gli errori ortografici hanno un peso diverso, a seconda che si tratti di:
- errori di tipo evolutivo: nei primi anni di scuola gli alunni hanno bisognodi esercitare queste
competenze. Un bambino che sbaglia l’ hin terza sta ancora nel percorso di apprendimento,è più
preoccupante l’errore fonologico di cui al punto a;
- disortografia: soltanto attraverso un accertamento clinico approfondito si potrà parlare di
disortografia, intesa come disturbo di tipo specifico (DSA) con una base neurobiologica che
comporta basso rendimento in scrittura rispetto all’età cronologica, al QI e al livello di istruzione
ricevuto. Per tali alunni è necessario l’uso del PC con programmi di segnalazione degli errori
ortografici e visualizzazione delle forme corrette;
- cattivi scrittori: ragazzi che, pur non presentando un disturbo specifico, in scrittura commettono
più errori della maggior parte dei loro coetanei (prestazione genericamente scadente piuttosto che
un quadro di difficoltà specifiche).
STRATEGIE DI INTERVENTO E PROPOSTE OPERATIVE
• Abitudini didattiche errate:
- correzione dell’insegnante (portare a casa i quaderni per correggere);
- separazione dei saperi disciplinari (sto attento all’ortografia solamente quando faccio italiano);
- esercitazioni standardizzate mirate al recupero, ovvero gli esercizi “classici”;
- assenza di percorsi metacognitivi (quelli che agiscono sui processi);
• Strategie
Dal punto di vista metodologico le diverse linee diintervento fanno riferimento:
- all’acquisizione della consapevolezza dell’errore;
- all’attivazione di processi di decisione;
- all’attivazione di processi di controllo.
Le esercitazioni standardizzate, la reiterazione diesercizi non danno risultati apprezzabili.
E’ fondamentale attivare processi di decisione ortografica attraverso la costruzione di un lessico ortografizzato mentale (magazzino di rappresentazioni corrette delle parole nel loro insieme).
Proposte operative
Per gli errori fonologici:
- testi in cui sono sottolineate parole scritte in modo corretto e parole scritte in modo errato (si dice
ai bambini che nel testo devono evidenziare le parole che ritengono corrette e ricopiarle così come
sono scritte, mentre devono ricopiare correggendolequelle che ritengono errate)
- dettato ortografico almeno tre volte la settimanaper 15-20 minuti utilizzando la tecnica di dettato
incalzante (crearsi uno stock di dettati)
- Per gli errori non fonologici:
- utilizzo di tabelle della memoria (portare l’alunno a utilizzare nella scrittura strategie lessicali, costruendosi una rappresentazione visiva delle parole la cui grafia non può essere specificata fonologicamente: cuoco- quaderno, taccuino- soqquadro, il suono è identico ma la grafia è diversa);
- utilizzo di figure o testi significativi (il legame con il contesto facilita l’associazione tra la forma
visiva della parola e il suo significato).
- Per gli accenti
Le parole che noi pronunciamo e ascoltiamo hanno unsuono conosciuto e di solito le consideriamo
in base ai loro significati, non in quanto stringa sonora. Se però le analizziamo sotto quest’ultimo
aspetto, scopriamo che tutte le parole hanno un “accento”, cioè un punto (una lettera) sul quale pesa
la voce quando le pronunciamo.
Si tratta di lavorare in una prima fase per elevare il livello di percezione uditiva dell’alunno, in modo che egli riesca agevolmente a cogliere su quale sillaba cade l’accento (all’interno della parola o alla fine di essa).
- Per i raddoppiamenti
i bambini devono diventare capaci di giocare a raddoppiare anche con parole che non richiedono
doppie, in modo da poter verificare personalmente l’una o l’altra possibilità.
CONSIGLI AGLI INSEGNANTI DEL DOTT. PROFUMO:
- dettato incalzante breve e quotidiano (o quasi);
- dettato di parole e di non parole (brodo, bodo) che mettano in conflitto i bambini;
- affrontare la difficoltà in una parola individuandola e ricordando il metodo per superarla;
- insegnare ai bambini a fare il lavoro del correttore di bozze: da destra a sinistra, dal fondo
all’inizio del testo da correggere;
- creazione di repertori di testi in cui siano sottolineate parole corrette e parole contenenti un
errore e chiedere ai bambini di praticare un processo di decisione per individuare le parole
scorrette;
- uso del computer per la scrittura spontanea e autonoma con utilizzo di Word e correttore
ortografico, da parte dei bambini che esprimono le maggiori difficoltà.
0 commenti:
Posta un commento